Da Caligari a Hitler. Una storia psicologica del cinema tedesco di Siegfried Kracauer

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Uno dei “classici” della storiografia cinematografica, un fondamentale testo di riferimento per la conoscenza dell’evoluzione del cinema tedesco tra le due guerre, uno dei modelli più avanzati sul piano internazionale, in competizione (ma anche in una posizione di continuo interscambio) con quello hollywoodiano. Al contempo è un magistrale contributo teorico, la cui ricchezza metodologica non è stata ancora compiutamente colta e sviluppata. È un saggio di sociologia del cinema, impostato sulla stretta connessione tra film weimariano e situazione del ceto medio tedesco, che finirà col diventare determinante base sociale del regime hitleriano. Propone un’applicazione al cinema della teoria psicanalitica. Ma è anche una lettura del film in chiave fenomenologica, ispirata al pensiero di Simmel. Ed è un saggio di iconografia, ancorato ai più originali fondamenti del metodo di Panofsky. Il libro, pubblicato in Italia nel 1954, viene riproposto in un’edizione interamente rivista, arricchita di un’antologia di recensioni (dedicate ad alcune delle opere più celebri del cinema tedesco) pubblicate dall’autore negli anni ’20 e ’30.

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Storia di un giudice. Nel far west della ‘ndrangheta di Francesco Cascini

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Alla fine degli anni ’90 il giovane magistrato Francesco Cascini viene assegnato alla Procura di Locri: è il suo primo incarico dopo la nomina, l’ultimo posto disponibile nella graduatoria. Spaventato e pieno di dubbi, ma anche determinato e carico di buone intenzioni, si ritrova a dover applicare la legge in un territorio controllato dalla ‘ndrangheta. Frustrazione e insuccessi fanno venir voglia di andarsene prima possibile, ma il crescente amore per quella terra e la sua gente e il senso stesso della missione di magistrato impongono di rimanere, e provare ancora. Questo racconto è il ritratto di un Paese pieno di paradossi. Nei territori più delicati e complessi i magistrati sono sempre “di passaggio”, e far entrare i fenomeni illegali nei binari di un processo per perseguire reati e responsabilità è spesso un’impresa eroica, talvolta considerata folle o sciocca dagli stessi colleghi. A Locri un giudice sembra destinato a perdere. Ma lo sguardo di Cascini su questo mondo feroce e contraddittorio è anche lo sguardo di chi crede che la legge sia ancora l’unico, necessario spiraglio.

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È facile controllare il peso se sai come farlo di Allen Carr

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Nel 1997 Allen Carr si rese conto che l’aiuto che il suo metodo poteva dare non era ristretto al solo tabagismo. Scrisse allora “Easyweigh to lose weight”. In questo testo Allen Carr applica ai problemi alimentari la stessa logica e buon senso che gli hanno permesso di aiutare milioni di persone in tutto il mondo a smettere di fumare. Mostrando come lasciare alle spalle divieti e obblighi, noiosi conteggi ed esercizi, capitolo dopo capitolo guida il lettore, con semplici principi per alimentarsi in modo sano, alla scoperta di un metodo per star meglio con se stesso e perdere definitivamente quei chili di troppo.

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La quinta donna di Mankell Henning

6° volume delle inchieste del commissario Wallander

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Maggio 1993: in Algeria i fondamentalisti islamici uccidono quattro suore. La quinta donna massacrata è una turista svedese. La polizia algerina cerca di insabbiare il caso. Settembre 1994: una serie di delitti scuote il sud della Svezia. Omicidi crudeli, perpetrati con una tecnica che non lascia dubbi sull’esistenza di un unico colpevole. Tocca ancora al commissario Kurt Wallander aprire un faticoso spiraglio tra le indagini e mettere insieme i pezzi di una storia incredibile.

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Il libro maledetto di Georges Minois

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Primo luglio 1239: Gregorio IX accusa l’imperatore Federico II di avere dichiarato che il mondo intero è stato ingannato da tre impostori, Gesù, Mose e Maometto. Poco dopo l’insinuazione del papa, si diffonde una voce ancora più inquietante: Federico II e il suo braccio destro, Pier delle Vigne, avrebbero scritto un trattato in latino, il “De tribus impostoribus”, sostenendo questa tesi empia. Eppure nessuno ha visto il libro maledetto. E per secoli nessuno lo vedrà, anche se di volta in volta il manoscritto fantasma sarà attribuito a personaggi eterodossi da screditare: da Machiavelli a Ramo, da Bruno a Hobbes, dall’Aretino a Spinoza. Finché nel 1719, in Olanda, accade l’imprevedibile: il “Trattato dei tre impostori” viene stampato in francese. Ma un interrogativo grava sulla pubblicazione: è davvero l’opera di cui si parla dal Medioevo, o è una semplice truffa commerciale, un’impostura sull’impostura? Georges Minois scioglie questo e molti altri enigmi, ripercorrendo le tappe principali della vicenda complessa che da una calunnia ha portato alla nascita della “Bibbia dell’ateo”. Un documento contraddittorio quanto misterioso che, per un curioso gioco della Storia, finisce con l’avere almeno un aspetto in comune con il Dio contro cui si scaglia: sulla sua natura, e sul mistero della sua esistenza, non si smette di interrogarsi.

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Ecco un link per il testo de “I tre impostori” attribuito a Baruch Spinoza a cui si ispira il testo presentato in questo post

Acciaio di Silvia Avallone

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Nei casermoni di via Stalingrado a Piombino avere quattordici anni è difficile. E se tuo padre è un buono a nulla o si spezza la schiena nelle acciaierie che danno pane e disperazione a mezza città, il massimo che puoi desiderare è una serata al pattinodromo, o avere un fratello che comandi il branco, o trovare il tuo nome scritto su una panchina. Lo sanno bene Anna e Francesca, amiche inseparabili che tra quelle case popolari si sono trovate e scelte. Quando il corpo adolescente inizia a cambiare, a esplodere sotto i vestiti, in un posto così non hai alternative: o ti nascondi e resti tagliata fuori, oppure sbatti in faccia agli altri la tua bellezza, la usi con violenza e speri che ti aiuti a essere qualcuno. Loro ci provano, convinte che per sopravvivere basti lottare, ma la vita è feroce e non si piega, scorre immobile senza vie d’uscita. Poi un giorno arriva l’amore, però arriva male, le poche certezze vanno in frantumi e anche l’amicizia invincibile tra Anna e Francesca si incrina, sanguina, comincia a far male.

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Mafia export di Francesco Forgione

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Quasi ogni giorno, giornali e tv danno notizia di operazioni antimafia con arresti in diversi Paesi. Brevi servizi che non lasciano traccia nell’opinione pubblica, assuefatta e indifferente. In fondo, si pensa, sono storie che non toccano la nostra vita. Eppure, se si raccontasse che dietro queste operazioni c’è una realtà in cui narcotrafficanti della ‘ndrangheta movimentano tonnellate di cocaina dal Sud America e comprano mercantili come fossero auto usate; che mafiosi condannati in Italia e ricercati vivono come imprenditori “coccolati” in Sudafrica; che la camorra ha creato una multinazionale del falso di marchi prestigiosi con filiali in tutto il mondo; che in Germania il traffico di droga degli ultimi vent’anni è passato per le pizzerie calabresi; che la Spagna è terra di conquista per i boss nostrani, che ne cementificano le coste e le usano come approdi per le loro partite di droga. Di fronte a questo scenario – in cui il fatturato annuo di ‘ndrangheta, Cosa Nostra e camorra, circa 130 miliardi di euro, è superiore al Pil di tre piccoli Stati europei, e quasi il 10% della popolazione attiva nel Mezzogiorno lavora nell'”industria mafiosa” – si resta sgomenti. Qual è il confine fra economia pulita e criminale? Di cosa parliamo quando ci riferiamo alle mafie italiane nel mondo? E fin dove sono arrivate? A tali interrogativi, Francesco Forgione risponde raccontando i principali progetti di “colonizzazione” economica mafiosa, chi li ha portati avanti e come sono andati a finire.

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Un epistolario pericoloso di Angelica Gherardi

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Angelica è una donna in cerca di qualcosa. Non sa di esserlo, e tanto meno sa di cosa, forse addirittura di se stessa. Questa sua affannosa ricerca si traduce in una vita sessuale sregolata e trasgressiva, tra dominante e dominata (o dominato?), che lei mette in atto, tra fantasie e realtà, con Ludovico, uomo in carriera già impegnato sentimentalmente, col quale Angelica intrattiene per diversi anni una relazione atipica, tra sesso esagerato durante sporadici incontri e una fitta corrispondenza di carattere spesso altamente erotico, a tratti decisamente pornografico, che ricorda, anticipa o sogna i loro incontri. È questa corrispondenza telematica, scandita dall’unica voce di Angelica, come se in fondo lui non avesse importanza, a raccontare un pezzo della vita della protagonista in un epistolario a senso unico. Il suo lavoro, le sue speranze, le sue certezze e incertezze, le sue fragilità inconsapevoli e, soprattutto, una grande solitudine, tutto viene a galla in questa corrispondenza che lei crede solo erotica e volta a eccitare un solo uomo, in un esile rapporto che Angelica s’illude possa darle una parvenza di vita.

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Intervista ad Angelica Gherardi

– Benvenuta Angelica. Intanto di che parte d’Italia sei?
– Grazie. Beh, di che parte d’Italia sia, è difficile da dire, non riesco a capirlo neanche io, origini di tutta italia e vissuta all’estero.

– Adesso abiti in città o in provincia?
– Per ora sono a Roma.

– Chi sono i tuoi scrittori preferiti?
– I miei scrittori preferiti sono soprattutto francesi Colette, Hervé Bazin, Zola, Bernard Werber… E poi leggo tantissimi polizieschi americani.

– Questo è il tuo primo libro o ne hai già scritti altri?
– No, non ho scritto altri libri, sono al mio esordio.

– Parliamo un po’ del libro. Come nasce? Come un divertissement oppure è la risposta ad un bisogno di canalizzare le tue emozioni?
– Il libro nasce veramente e solamente per caso.

– Del tuo futuro come scrittrice cosa pensi? La letteratura erotica sarà il tuo genere preferito o vorrai percorrere anche altre vie di espressione?
– La letteratura erotica in quanto tale non mi interessa più di tanto, ma non sono neanche una scrittrice di romanzi, sono più da “impressioni”, ecco avrei potuto scrivere una cosa tipo Istambul di Pamuk per capirci (senza Nobel). Pero’ temo che non fregherebbe nulla a nessuno delle mie idee, impressioni, aforismi… ma chissà, se “Un epistolario pericoloso ” avrà successo, allora poi tutto sarà possibile.

– Quando scrivi, lo fai in modo organizzato o di getto seguendo l’istinto e la virulenza dell’ispirazione?
– Non scrivo mai in modo organizzato, scrivo sempre come ti sto scrivendo adesso, prendo le idee cosi’ come mi vengono e le butto giù. Certo per pubblicare poi dopo correggo.

Grazie Angelica e tanti auguri per il tuo libro e la tua carriera di scrittrice.

Tre uomini in barca (per non parlare del cane) di Jerome K. Jerome

Un libro che mi ha sorpreso per la freschezza dell’umorismo e che mi ha fatto trovare un grande predecessore di Wodehouse (anzi credo proprio che Jerome gli sia superiore).
Rimarrete ammirati dalla sua capacità di prendere la vostra intelligenza per mano e condurla, fino alle lacrime, dove vuole lui.
Farete fatica a rileggere ad altre persone i brani più entusiasmanti, perché le vostre parole saranno continuamente interrotte dalle convulsioni: ci sono intere parti veramente esilaranti, scritte con un’abilità e con una capacità analitica e descrittiva formidabili.
Per concludere: lo consiglio a tutti quelli che vogliono ridere veramente di gusto (e senza dover accettare volgarità).
3 uomini

La danza del gabbiano di Andrea Camilleri

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Prima di morire i gabbiani agitano freneticamente le ali in una sorta di danza macabra. Montalbano si lascia incantare dal gabbiano morente dalla finestra della sua casa di Marinella, ma fa presto a dimenticarlo. Sta infatti per andare in vacanza con Livia che è già giunta a Vigàta. Solo un salto al commissariato per lasciare tutto in ordine e poi finalmente partire. Giunto in ufficio Montalbano chiama i suoi a raccolta. Manca solo Fazio, il più fedele e puntuale dei suoi uomini. Non è tornato a casa, il cellulare è muto; il timore diventa allarme. Il commissario ripercorre le più recenti tracce di Fazio: è stato visto per l’ultima volta al molo, aveva appuntamento con un vecchio compagno di scuola, un ex ballerino finito nei pasticci. Qualcuno poi l’ha notato in campagna, in una zona disseminata di pozzi artesiani, forse un cimitero di mafia. E in effetti un primo cadavere affiora.

la danza del gabbiano

Marina di Carlos Ruiz Zafòn

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Barcellona, fine anni Settanta. Óscar Drai è un giovane studente che trascorre gli anni della sua adolescenza in un cupo collegio della città catalana. Colmo di quella dolorosa energia così tipica dell’età, fatta in parti uguali di sogno e insofferenza, Óscar ama allontanarsi non visto dalle soffocanti mura del convitto, per perdersi nel dedalo di vie, ville e palazzi di quartieri che trasudano a ogni angolo storia e mistero. In occasione di una di queste fughe il giovane si lascia rapire da una musica che lo porta fino alle finestre di una casa. All’interno, un antico grammofono suona un’ammaliante canzone per voce e pianoforte. Nel momento in cui sottrae l’oggetto e scappa, è sopraffatto da un gesto che risulta inspiegabile a lui per primo. Qualche giorno dopo tutto gli apparirà tanto chiaro quanto splendidamente misterioso. Tornando sui suoi passi per restituire il maltolto, infatti, Óscar incontra la giovane Marina e il suo enigmatico padre, il pittore Germàn. E niente per lui sarà più come prima. Il suo innato amore per il mistero si intreccerà da quel momento ai segreti inconfessabili del passato di una famiglia e di una Barcellona sempre più amata: segreti che lo spingeranno non solo alla più lunga fuga mai tentata dal detestato collegio, ma anche verso l’irrevocabile fine della sua adolescenza. Scritto prima de “L’ombra del vento” e “Il gioco dell’angelo” questo romanzo ne anticipa i grandi temi: gli enigmi del passato, l’amore per la conoscenza, la bellezza gotica e senza tempo di Barcellona.

Marina di Carlos Ruiz Zafòn

Classifica 7 giugno – 5 luglio 2009

Ecco la classifica dei libri segnalati questa settimana (le segnalazioni dopo titolo).

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  1. Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson 12
  2. La ragazza che giocava con il fuoco di Stieg Larsson 8
  3. Marina di Carlos Ruiz Zafòn 8
  4. La regina dei castelli di carta di Stieg Larsson 6
  5. L’eleganza del riccio di Muriel Barbery 6
  6. Venuto al mondo di Margaret Mazzantini 6
  7. La danza del gabbiano di Andrea Camilleri 5
  8. L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafòn 5
  9. Cecità di Josè Saramago 3
  10. Io sono Dio di Giorgio Faletti 3
  11. La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano 3
  12. Mondo senza fine di Ken Follett 3
  13. Twilight di Stephanie Meyer 3

Totale 330 segnalazioni

Il silenzio dei chiostri di Alicia Giménez-Bartlett

Contenuto
Petra, il poliziotto più duro ed efficiente del distretto di Barcellona, s’è sposata, e contrasta la maliziosa innocenza dei figli del marito Marcos. Anche il vice Garzón s’è sposato, ma lui si sente oppresso dalle infinite attenzioni dell’impeccabile moglie. Perciò, giunge loro come un sollievo amaro questo caso. Un omicidio nel convento delle sorelle del Cuore Immacolato, reso ancor più scabroso dalle modalità in cui sembra avvenuto. Il cadavere di frate Cristóbal dello Spirito Santo è stato ritrovato accanto alla teca che custodiva il Beato Asercio de Montcada. E il corpo sacro, miracolosamente incorrotto, intorno al quale, da esperto di reliquie, lavorava l’erudito cistercense, è scomparso. A intorbidare le piste, deviandole al soprannaturale, vi è poi un enigmatico biglietto: “cercatemi dove più non posso stare”. Davanti a Petra e a Garzón si squaderna un ventaglio contraddittorio di ipotesi fantasiose che devono malvolentieri verificare, in un ambiente odoroso di incenso ma alquanto reticente. E sono perfino tentati da una tecnica d’indagine deduttiva che è loro estranea. Ma presto il realismo s’impone: “faccio fatica a credere a ciò che esula dalla mentalità comune”, e la coriacea detective e il suo aiutante dai modi spicci e dalle mille fisime, riprendono il metodo abituale, faticoso e di strada.

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Il silenzio dei chiostri

Io sono Dio di Giorgio Faletti

Contenuto
Non c’è morbosità apparente dietro le azioni del serial killer che tiene in scacco la città di New York. Non sceglie le vittime seguendo complicati percorsi mentali. Non le guarda negli occhi a una a una mentre muoiono, anche perché non avrebbe abbastanza occhi per farlo. Una giovane detective che nasconde i propri drammi personali dietro a una solida immagine e un fotoreporter con un passato discutibile da farsi perdonare sono l’unica speranza di poter fermare uno psicopatico che nemmeno rivendica le proprie azioni. Un uomo che sta compiendo una vendetta terribile per un dolore che affonda le radici in una delle più grandi tragedie americane. Un uomo che dice di essere dio.

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Io sono Dio

Classifica 20 aprile – 6 giugno 2009

Ecco la classifica dei libri segnalati questa settimana (le segnalazioni dopo titolo).

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  1. Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson 12
  2. La ragazza che giocava con il fuoco di Stieg Larsson 9
  3. L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafòn 8
  4. Io sono Dio di Giorgio Faletti 7
  5. La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano 6
  6. Il gioco dell’angelo di Carlos Ruiz Zafòn 5
  7. La regina dei castelli di carta di Stieg Larsson 5
  8. L’eleganza del riccio di Muriel Barbery 5
  9. Più scuro di mezzanotte di Salvo Sottile 5
  10. Venuto al mondo di Margaret Mazzantini 5
  11. Cecità di Josè Saramago 4
  12. Dopo lunga e penosa malattia di Andrea Vitali 4
  13. Il silenzio dei chiostri di Alicia Giménez-Bartlett 4
  14. Un cappello pieno di ciliege di Oriana Fallaci 4
  15. Estasi culinarie di Muriel Barbery 3
  16. Mondo senza fine di Ken Follett 3
  17. Non vi lascerò orfani di Daria Bignardi 3
  18. Un luogo incerto di Fred Vargas 3
  19. Una nuova terra di Jhumpa Lahiri 3

Totale 619 segnalazioni

Una nuova terra di Jhumpa Lahiri

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Otto storie che ci portano da Cambridge e Seattle fino all’India e alla Thailandia, entrando nelle esistenze di sorelle, fratelli, padri, madri, nipoti e figli, amici e amanti. Come spesso accade nei racconti della scrittrice indiana, anche in queste pagine la situazione di partenza viene spesso rovesciata da un colpo di scena, uno scatto che cambia la prospettiva. I temi che ricorrono in queste pagine sono quelli a lei cari: la difficoltà dell’integrazione anche per gli immigrati di seconda generazione, il senso di estraniamento, di non appartenenza, il trauma del passaggio, di quello che si è lasciato indietro e di quelio che ancora non si è completamente fatto proprio.

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Una nuova terra di Jhumpa Lahiri

Il volto dello specchio di Daniela Iannone

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Prima Elena. Poi Margot. Due morti collegate al filo della prostituzione e un caso difficile per l’ispettore Valerio Cordaro. Tra gli indiziati un insospettabile onorevole, un giovane poliomielitico e un meccanico violento, coinvolti in un giro a luci rosse, come il sangue delle vittime. Ne Il volto dello specchio corrono paralleli i nodi dell’indagine, da sciogliere, e i chiaroscuri della natura sessuale di Cordaro, destinati, forse, a essere risolti. Un thriller in cui la realtà si mostra molteplice e poliedrica come le facce del cubo di Rubik: vari colori si mescolano per poi ricomporsi in un ordine armonico.

“Chiuse gli occhi; c’era qualcosa che lo turbava. Non era per un qualunque motivo di lavoro e nemmeno per l’incubo, perché non era la prima volta che si svegliava un secondo prima di schiantarsi al suolo dopo essere precipitato da un grattacielo. No, non era neppure quello, ma tuttavia c’era qualcosa… Maledizione, quella giornata ancora non voleva finire”.

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Il volto dello specchio” è il veicolo con cui Daniela Iannone conduce il lettore verso un’atipica ambientazione alla scoperta di nuove realtà. Il romanzo poliziesco non presenta nulla di nuovo poiché in esso sono presenti tutti gli elementi che caratterizzano opere dello stesso genere, ciò che lo rende una voce fuori dal coro non risiede tanto nella scelta dei personaggi, quanto dalla loro collocazione sociale. Scelta senz’altro difficile presentare la vita di un omosessuale. Ambizioso carpirne il reale ritratto. Coraggioso raccontarlo nella società in cui viviamo, una società incapace di fare autocritica, che diversifica, che ghettizza, che confonde gli animi creando stereotipi e modelli a cui ispirarsi. È facile quindi scivolare nella retorica e la chiave sta nella concezione che l’autrice ha. Daniela Iannone con estrema naturalezza racconta Valerio. In una fitta trama poliziesca, Valerio si trova a dover risolvere un caso intriso di misteriosi avvenimenti in un’atmosfera estremamente trasgressiva. Cresciuto in un contesto familiare decisamente ostile, Valerio è un uomo molto attraente e realizzato nel proprio lavoro ma sofferente per dover reprimere il suo istinto paterno. È una persona equilibrata, pudica e fedele. Significativo il simbolismo a cui fa ricorso l’autrice nell’occasione dell’incontro dell’amore della sua vita.

Dove andiamo, papà? Vivere, piangere, ridere con due figli diversi dagli altri di Jean-Louis Fournier

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Un cielo un po’ maldestro ha regalato a Jean-Louis Fournier due miracoli alla rovescia: Mathieu e Thomas, figli “venuti male”, nati a qualche anno di distanza l’uno dall’altro e presto rivelatisi incapaci di crescere, muoversi, comunicare come tutti gli altri. Di fronte a questo dramma, Fournier, umorista di professione, reagisce nell’unico modo che sa: con l’ironia. Per dimostrare che ridere è umano, necessario, anzi, vitale. Quasi un dovere nei confronti di chi, come i suoi figli, è spesso condannato a subire l’ipocrisia del politicamente corretto, dei silenzi imbarazzati, degli sguardi obliqui e fugaci, delle lugubri facce di circostanza. Con questo piccolo libro pieno di humor, di dolcezza e di crudeltà, l’autore si rivolge a Mathieu e Thomas per mettere a nudo tutto l’amore, le frustrazioni, le speranze e le paure che un padre, qualsiasi padre, prova nel veder crescere i propri bambini. E intanto fa piazza pulita di tabù e pregiudizi, per restituire ai suoi figli, amatissime e misteriose creature “dalla testa piena di paglia”, tutta l’umanità e la dignità che loro spetta.

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Cronologia di una scoperta di Rita Levi-Montalcini

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In questo libro Rita Levi-Montalcini racconta la storia della scoperta per la quale nel 1986 ricevette il Nobel per la medicina. La storia non tanto e solo degli esiti di una mirabile ricerca, ma di una lunga avventura scientifica i cui sviluppi non smettono di dare frutti. Nel primo dopoguerra, trasferitasi negli Stati Uniti per un breve soggiorno di studio che sarebbe invece durato trent’anni, l’illustre scienziata si dedicò allo studio in vitro di embrioni di pollo nei quali aveva innestato un tumore maligno di topo. Il Nerve Growth Factor (NGF), scoperto nel 1952 come fattore capace di potenziare i processi di crescita e differenziazione di neuroni, è oggi considerata la molecola a ben più ampio raggio di azione. Il lungo viaggio nel cervello e nel sistema nervoso intrapreso da Rita Levi-Montalcini sessan’anni fa, continua tuttora ad affascinare sia gli studiosi, per gli scenari impensabili che ha aperto, sia i non addetti ai lavori per il rigore e la coerenza che fanno della donna e dello scienziato Rita Levi-Montalcini un caso unico nel panorama scientifico internazionale. In occasione del suo centesimo compleanno, quindi, si offre ai suoi lettori, quale migliore omaggio, la storia del NGF paragonabile alla scoperta di un continente sommerso rivelato dalla sua sommità emergente.

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Con un piede impigliato nella storia di Anna Negri

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È il maggio del 1977 quando in casa Negri irrompono i carabinieri a mitra spianati. La dodicenne Anna li guarda a lungo, rabbrividisce al contatto della canna fredda dell’arma sulla pancia attraverso la canottiera e poi scoppia a ridere. Anna è la figlia di Toni Negri ed è una testimone privilegiata di un periodo ancora caldo nella storia contemporanea italiana. Una testimone suo malgrado. Né vittima, né carnefice, semplicemente una ragazza. Da un lato c’è la figura paterna, assente, contraddittoria, complessa, capace di suscitare alternativamente sarcasmo e invidia nei compagni di scuola di Anna. Dall’altro, un percorso di crescita e maturazione che ha come tutori hippy e intellettuali, famiglie “bene” e rivoluzionari armi in pugno. Sullo sfondo il terrorismo, la politica extraparlamentare, i movimenti. E poi il padre in carcere, Parigi, l’irreperibilità, la solitudine. Ma tutto, ancora una volta, viene ricondotto a lei, Anna. Anna che soffre di disturbi alimentari, che si innamora, che cerca stabilità nella sfuggente figura paterna, che mal tollera la nevrotica sfida della madre nel tenere unita la famiglia, che prova a vivere una vita normale sui banchi di scuola. Anna che, ancora oggi, cammina con un piede impigliato nella Storia.

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Le Mille e una Notte

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Da un codice del XIII secolo. Il re Shazenan, tradito dalla moglie e convinto della perfidia di tutte le donne, decide di passare ogni notte con una fanciulla diversa, che al mattino farà uccidere. Così vanno le cose finché la bella Scheherazade, una notte non riesce a destare la curiosità del re, prendendo a narrargli una novella la cui conclusione viene rimandata alla notte successiva. Venuto il momento, però, la saggia Scheherazade inserisce sul filone della prima storia un altro racconto senza pur terminarlo e ancora una volta la continuazione è rinviata alla notte successiva. Valendosi di questo stratagemma, la narratrice va avanti per mille e una notte quando il re deciderà di sposarla e tenerla con sé come sposa e come regina.

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Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcìa Màrquez

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Da José Arcadie ad Aureliano Babilonia, dalla scoperta del ghiaccio alle pergamene dello zingaro Melquíades finalmente decifrate: cent’anni di solitudine della grande famiglia Buendía, i cui componenti vengono al mondo, si accoppiano e muoiono per inseguire un destino ineluttabile. Con questo romanzo tumultuoso che usa i toni della favola, sorretto da un linguaggio portentoso e un’inarrestabile fantasia, Gabriel Garcia Màrquez ha saputo rifondare la realtà e, attraverso Macondo, il mitico villaggio sperduto fra le paludi, creare un vero e proprio paradigma dell’esistenza umana. In questo universo di solitudini incrociate, impenetrabili ed eterne, galleggia una moltitudine di eroi predestinati alla sconfitta, cui fanno da contraltare la solidità e la sensatezza dei personaggi femminili. Pubblicato nel 1967, scritto in diciotto mesi ma meditato per più di tre lustri, “Cent’anni di solitudine” rimane un capolavoro insuperato e insuperabile, un romanzo tra i più amati di sempre che, in occasione del quarantesimo anniversario della prima pubblicazione, gli Oscar Mondadori propongono in un’edizione speciale arricchita da un documento d’eccezione: la lettera con cui “Gabo” presentava il manoscritto dell’opera al suo editore.

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Dopo lunga e penosa malattia di Andrea Vitali

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Sono le tre di notte del 4 novembre. Il dottor Carlo Lonati viene chiamato per un’urgenza, il paziente lo conosce bene. Attraversa sotto una pioggia micronizzata i cinquecento metri che lo separano dalla casa del notaio Luciano Galimberti, suo antico compagno di bagordi. Può solo constatarne la morte per infarto. Ma c’è qualcosa che non lo convince, e nelle ore successive arrivano altri indizi e i sospetti crescono. Il dottore non può fare a meno di indagare: vuole sapere se il suo vecchio amico è davvero morto per cause naturali. Per farlo, dovrà conquistare la fiducia della moglie e della figlia di Galimberti. E scoprire che la verità si trova forse sull’altra sponda del lago di Como. “Dopo lunga e penosa malattia” è l’unico giallo scritto da Andrea Vitali. E forse non è un caso che abbia come protagonista un medico sensibile e acuto. L’indagine è concentrata in una settimana, tra le esitazioni dell’improvvisato detective e il moltiplicarsi di tracce e confidenze, fino al colpo di scena finale.

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Nel bianco di Ken Follett

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È la vigilia di Natale. In una cittadina non lontana da Glasgow scatta l’allarme rosso in un elegante edificio vittoriano, sede dell’Oxenford Medical. Qualcuno, nonostante i sofisticati sistemi di sorveglianza, è riuscito a sottrarre dall’area protetta due dosi di un farmaco sperimentale, un antidoto del Madoba-2, una pericolosa variante del virus Ebola su cui da tempo si stanno conducendo ricerche. Il dipartimento della Difesa americano, che ha fatto grossi investimenti sul progetto, non nasconde la sua preoccupazione. E così pure Stanley Oxenford, lo scienziato proprietario del laboratorio, e Antonia Gallo, la sua affascinante collaboratrice, responsabile della sicurezza. Nessuno di loro sa che questo è solo l’antefatto…

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Un giorno di gloria per Miss Pettigrew di Winifred Watson

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E una fredda, grigia, nebbiosa giornata di novembre degli anni Trenta a Londra e Miss Pettigrew, il cappotto di un indefinibile, orrendo marrone, l’aria di una spigolosa signora di mezza età e un’espressione timida e frustrata negli occhi, è alla porta di un appartamento al 5 di Onslow Mansions, in uno dei quartieri più eleganti della capitale inglese. Stamani si è presentata come sempre al collocamento e l’impiegata le ha dato l’indirizzo di Onslow Mansions e un nome: Miss LaFosse. L’edifìcio in cui si trova l’appartamento è tanto esclusivo e ricercato da metterle soggezione. Miss Pettigrew coi suoi abiti logori, il suo mesto decoro e il coraggio perduto nelle settimane trascorse con lo spauracchio dell’ospizio dei poveri, suona ripetutamente prima che la porta si spalanchi e appaia sulla soglia una giovane donna. È una creatura così incantevole da richiamare subito alla mente le bellezze del cinematografo. Miss Pettigrew sa tutto delle dive del cinematografo: ogni settimana per oltre due ore vive nel mondo fatato del cinema, dove non ci sono genitori prepotenti e orridi pargoli a vessarla. Miss LaFosse la fa entrare e poi scompare nella camera da letto, per ricomparire poco dopo seguita da un uomo in veste da camera, di una seta dalle tinte così abbaglianti che Miss Pettigrew deve socchiudere gli occhi. In preda all’ansia, stringendo la borsetta fra le dita tremanti, Miss Pettigrew si sente sconfitta e abbandonata prima ancora che la battaglia per l’assunzione cominci, ma anche elettrizzata.

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